Dio mi conosce

Mi chiamo Salvatore, sono nato in una famiglia di cattolici, anche se non praticanti, tuttavia avevano un certo credo religioso. 

Sin da piccolo, frequentando il catechismo di preparazione per la prima comunione, i racconti della Bibbia mi colpivano e al contempo riscontravo certe incoerenze con la tradizione cattolica. Decisi così, con l’approvazione dei miei genitori di non farla. All’età di 13 anni una sera d'estate fui invitato da uno zio a una serata di evangelizzazione sotto una tenda pentecostale. Trovai molto bello l’impulso che vi era nei canti, nelle testimonianze e nella predica. Ancora una volta il racconto della Bibbia mi colpì in maniera particolare. Iniziai così a riflettere sul mio futuro dopo la morte. Credo che non a caso mi fu dato un opuscolo a fumetti che raccontava la storia di un uomo che compare dinanzi a Dio e gli viene mostrato su un grande schermo la storia della sua vita. Capii che io non mi sentivo a posto dinanzi a Dio e che non avevo scuse da poterGli raccontare. Tutto era noto a Dio. Allora una sera prima di addormentarmi seguii l’invito che avevo ascoltato sotto la tenda evangelica e confessai i miei peccati a Gesù.

Iniziai a leggere la Bibbia e quella stessa estate frequentai un campeggio biblico per adolescenti.  Trascorsi 10 giorni bellissimi insieme con altri ragazzi, leggendo e studiando la Bibbia, che nel frattempo era diventata per me la Parola di Dio. Testimoniai pubblicamente di ciò che Dio stava facendo nel mio cuore. Non avevo più paura di morire.

Al mio ritorno a casa avevo un grande desiderio di raccontare agli altri la mia esperienza. Mi piaceva leggere la Bibbia anche ai miei parenti e conoscenti. Avevo anche un amico d’infanzia che aveva fatto la mia stessa esperienza. Insomma Dio mi aveva veramente reso felice. 

Dopo poco tempo anche mia madre si convertì e iniziò a frequentare la chiesa insieme alle mie due sorelle più piccole. 

Quello stesso anno, alla scuola media durante l’ora di religione cattolica, insieme con il mio amico d’infanzia, eravamo sempre pronti a far notare, all’insegnante (un prete), con la Bibbia alla mano le incongruenze tra la Parola di Dio e il credo cattolico. Purtroppo ben presto, fummo costretti a chiedere l’esonero dall’ora di religione.

Nel pieno dell’età adolescenziale attratto dalle cose del mondo intorno a me, iniziai ad allontanarmi dal Signore. Diminuì il mio desiderio di leggere la Bibbia, di pregare e di frequentare le riunioni. Tutte le mie esperienze con Gesù si offuscarono, diventarono come un sogno. Mi convinsi che il mio sentirmi bene dipendeva dal mio carattere, a volte estroverso e portato a vivere insieme con gli altri. Tutto dipendeva da me, la mia vita era bella perché io “ci sapevo fare”. 

Mia madre cercava di farmi capire che la mia vita era nell’errore. Ricevetti continui inviti ad andare in chiesa ma risposi con altrettanti rifiuti. Volevo essere lasciato in pace. Arrivai al punto di evitare anche di incontrare per strada i credenti che mi conoscevano. Insomma non ne volevo sapere più niente della Chiesa. Mia madre smise di farmi degli appunti sul mio modo di vivere ma non smise mai insieme con altri credenti, di pregare per me.

A dimostrazione che Dio conosce i suoi, il suo richiamo ben presto iniziò. Trascorsi circa otto anni della mia vita seguendo i desideri del mio cuore. Ad un tratto di questa mia vita, pian piano il castello che mi ero costruito, come la casa fondata sulla sabbia, iniziò a crollare. Iniziai ad avere difficoltà negli studi, ricevetti e fui, a mia volta, causa di delusioni affettive. Allora come un asino dal collo duro cercai di ritrovare la serenità percorrendo altre strade, mi tuffai ancora di più nella vita mondana, assunsi un atteggiamento indifferente verso chi mi voleva bene e iniziai a far uso di droghe leggere e alcool. Speravo che cambiando il mio modo di essere avrei cambiato le cose che non mi davano più soddisfazione. Le cose non migliorarono anzi iniziai a sentire una cosa che non avevo mai avvertito, mi sentivo solo.

In quel momento della mia vita realizzai, come il figliol prodigo, che avevo lasciato tutto per il niente. Quegli anni furono i più brutti della mia vita. Volevo ritornare a Cristo ma il mio orgoglio me lo impediva. La paura, la vergogna, la mancanza di coraggio nell’ammettere il mio stato di bisogno mi frenavano a fare questo passo.

Una domenica, però, accadde quello che attendevo con forte desiderio, mia madre m’invitò ad assistere all’evangelizzazione sotto la tenda (ancora una volta una tenda evangelica), non me lo feci ripetere due volte, risposi prontamente di si abbassando gli occhi.

Quel giorno scoprii per la prima volta il vero volto di Dio, mi resi conto che da ragazzo avevo dato il cuore al Signore per paura del giudizio, ma questa, quando passa, fa svanire tutto con sé. Il messaggio di quel giorno mi mostrò l’amore di Dio. Egli non mi puntò il dito contro, ma allargò le sue braccia e mi accolse sul suo petto, capii che non mi aveva mai abbandonato ma che era corso verso di me. Fui pervaso da un senso di gioia, piansi come non mai e ciò si ripeté anche nei giorni seguenti duranti gli incontri in chiesa. Avevo paura di ritornare nella vita precedente ma Dio con il suo amore mi liberò anche da questo. 

Dopo un anno circa decisi di battezzarmi in acqua e poi fui battezzato in Spirito Santo. 

Oggi sono un uomo felice. Marito di una moglie credente e padre di 4 figli. La mia vita è di nuovo un castello, ma questa volta, fondato sulla roccia, perché la roccia è Cristo Gesù.

Dio vi benedica.