Perchè ricercare il Battesimo nello Spirito Santo? È biblica questa esperienza?
Noi siamo conviti che Dio dona a tutti i suoi figli il suo Spirito in Gv. 7:39 è scritto "Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato. 1 Cor. 12:13 Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito.
Quindi, noi diciamo no all'insegnamento che dopo la nuova nascita ci vuole questa esperienza aggiuntiva del battesimo che viene spesso amministrato con l’imposizione delle mani da persone con una chiamata speciale (Pastori, Evangelisti, Missionari, ecc.)
Sulla prima parte di questa convinzione rispondiamo:
Tutto il problema è imperniato sulla comune opinione che, prima della Pentecoste, lo Spirito Santo non fosse stato dato.
Leggendo Gv. 20: 17-22 “Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli, e di' loro: "Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro"». Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose. La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.”
Ma la glorificazione di Gesù non era ancora avvenuta e il soffio di Gesù sui discepoli è soltanto un atto simbolico del battesimo nello Spirito Santo che gli apostoli avrebbero ricevuto il giorno di Pentecoste.
Se consideriamo attentamente la Scrittura scopriamo che la glorificazione di Gesù avvenne alla Sua risurrezione. Infatti, tutta la predicazione apostolica è incentrata sulla risurrezione di Gesù Cristo, quale segno della Sua divinità e glorificazione. Perché era “… necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti” (Atti 17:3), e Gesù Cristo nostro Signore è stato “dichiarato Figliuol di Dio con potenza secondo lo spirito di santità mediante la sua risurrezione dai morti …” (Romani 1:4). Perciò Dio “… ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (I Pietro 1:3). La glorificazione di Cristo è la Sua risurrezione dai morti, quando Egli, glorioso e trionfante, sciolse “… gli angosciosi legami della morte …” (Atti 2:24) e, con il Suo corpo glorificato, apparve ai Suoi.
Passando poi alla seconda questione, il verbo: ‘soffiò’ (enefusêsen) non si incontra altrove nel testo greco originale del Nuovo Testamento ma è il medesimo usato nella Versione greca LXX per tradurre Genesi 2:7 dove è detto che dopo aver formato l’uomo dalla polvere della terra Dio gli soffiò nelle narici un alito vitale”. Cristo, dunque, con questa parola si identifica totalmente con Yahwèh. Gesù non fa qui una semplice promessa, non dà soltanto un segno di quanto doveva accadere alla Pentecoste, ma comunica realmente lo Spirito Santo come caparra o primizia della maggiore e più gloriosa effusione che doveva avvenire alla Pentecoste.
Sulla ultima parte della convinzione (imposizione delle mani) rispondiamo:
Atti 8:14-19 Allora gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni. Essi andarono e pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; infatti non era ancora disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Quindi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. Simone, vedendo che per l'imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro del denaro, dicendo: «Date anche a me questo potere, affinché colui al quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo».
Atti 9:17 Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo».
In altre occasioni questo si riceve senza imposizione delle mani Atti 2:1-4
Però il termine Battesimo dello Spirito Santo non esiste nella Bibbia, esiste solo la forma verbale “Battezzato nello Spirito Santo” o “Battezzare con lo Spirito Santo"
Il verbo "bapto" significa immergere, sommergere o seppellire, qualunque sia l'elemento usato. Per analogia, se esiste un battesimo in acqua come l'atto di immergere, è logico che possa essere coniata la definizione "battesimo nello Spirito Santo", l'atto divino di immergere il credente nello Spirito Santo.
UNA DUPLICE ESPERIENZA
La Scrittura presenta chiaramente una duplice esperienza nell’ambito spirituale: la rigenerazione, necessaria per la salvezza, e il susseguente battesimo nello Spirito Santo. Gesù stesso sembra fare una precisazione fondamentale. Egli, prima della Sua morte, dichiarò: “… Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore… Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” (Giovanni 14:16, 17). Poi, dopo la Sua risurrezione promise: “ … ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso …” (Luca 24:49); “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi …” (Atti 1:8). E’ evidente una triplice opera dello Spirito Santo:
a. Con voi – si riferisce all’opera di convinzione che lo Spirito Santo compie nei confronti dell’individuo (cfr. Giovanni 16:8-11).
b. In voi – si riferisce alla nuova nascita (cfr. Giovanni 3:3-8), alla rigenerazione.
c. Su voi – si riferisce al battesimo nello Spirito Santo che riveste il credente e gli dà potenza per una testimonianza coerente con la propria vocazione cristiana.
Noi siamo convinti che il parlare in lingua è un dono dello Spirito Santo come gli altri 8 doni per singoli credenti e che Dio li distribuisce come vuole Lui. Diciamo però NO alla convinzione che il parlare in altre lingue è segno di un battesimo “speciale” nello Spirito Santo.
Atti 2:4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.
Atti 10:44-47 Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?»
At 19:1-6 Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, dopo aver attraversato le regioni superiori del paese, giunse a Efeso; e vi trovò alcuni discepoli, ai quali disse: «Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?» Gli risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo Spirito Santo». Egli disse loro: «Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?» Essi risposero: «Con il battesimo di Giovanni». Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo di credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù». Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù; e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro ed essi parlavano in lingue e profetizzavano. Ma solo in queste occasioni.
Al di là della confusione ‘segno’ con ‘dono’ mi chiedo: chi stabilisce quante volte un segno deve manifestarsi per essere accettato come dottrinale. Comunque rispondiamo:
Nel Nuovo Testamento ogni esperienza fondamentale della vita cristiana si manifesta in modo evidente per cui c'è una testimonianza "interiore" ed una "esteriore". Prendiamo ad esempio l'esperienza della "rigenerazione" o "nuova nascita", che si identifica con la conversione a Dio per mezzo del riconoscimento del sacrificio espiatorio di Cristo per i peccati dell'individuo e con l'accettazione di Gesù quale personale Salvatore e Signore. Indubbiamente, questa esperienza inizia con la crisi interiore dell'individuo che è condotto dallo Spirito Santo a riconoscersi peccatore e ad implorare a Dio il perdono dei suoi peccati. Ne consegue però che questa "nuova nascita" non soltanto si realizza "interiormente" con la liberazione dal senso di colpa, con la certezza della vita eterna e la testimonianza dello Spirito Santo "che testimonia al nostro spirito che siamo figliuoli di Dio" (Romani 8:16), ma si manifesta anche "esteriormente" con una esistenza trasformata dalla potenza di Dio, con un mutamento di interessi, di carattere e di scopi. Così per il battesimo dello Spirito Santo. Il Nuovo Testamento dimostra che è una esperienza definita sia a livello "interiore" che "esteriore", sia per colui che la riceve che per coloro che assistono al verificarsi dell'evento.
Sarebbe illogico quindi giungere alla conclusione che "esperienze" cristiane manifestatesi nella Scrittura in questo modo avrebbero acquistato in seguito un carattere soltanto interiore.
Inoltre, inspiegabilmente, mentre ci si aspetta come prova della "rigenerazione" in Cristo una vita trasformata che si chiama dottrinalmente "salvezza", come anche a riprova della santificazione del credente si attende la testimonianza di una condotta consona all'insegnamento di Cristo in ubbidienza alla Parola di Dio, per il battesimo dello Spirito Santo si tenta di ridurre l'esperienza a qualcosa di tanto interiore e personale che rimarrebbe totalmente sconosciuto agli altri.
Stabilito che biblicamente ogni esperienza fondamentale della vita cristiana ha una evidenza "interiore" ed una "esteriore", esaminiamo ciò che il Nuovo Testamento afferma riguardo al battesimo nello Spirito Santo:
a) Il giorno della Pentecoste
"E come il giorno della Pentecoste fu giunto, tutti erano insieme nel medesimo luogo. E di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dove essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro. E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d'esprimersi" (Atti 2:1-4).
In questa occasione è fuori dubbio che i discepoli interiormente "furono ripieni dello Spirito Santo" ed esteriormente "... cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d'esprimersi".
La promessa universale del "dono dello Spirito Santo" è inequivocabilmente collegata al fatto che il "parlare in altre lingue" sia l'evidenza iniziale di questo "dono". Infatti, l'Apostolo Pietro lo confermerà in seguito dicendo: "... Lo Spirito Santo scese su loro, com'era sceso su noi da principio" (Atti 11:15).
b) I credenti di Samaria
Filippo aveva predicato Cristo nella città di Samaria e molti avendo creduto all'Evangelo "furono battezzati". "Or gli apostoli ch'erano a Gerusalemme, avendo inteso che la Samaria aveva ricevuto la parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni. I quali, essendo scesi là, pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo... Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. Or Simone, vedendo che per l'imposizione delle mani degli apostoli era dato lo Spirito Santo, offerse loro del danaro..." (Atti 8: 14,15,17,18).
In questo caso non è indicata la manifestazione del battesimo nello Spirito Santo, ma l'astuta ed interessata richiesta di Simone prova che certamente v'era stata un'evidenza esteriore. Almeno per via di logica si potrebbe affermare che vi potevano essere state "altre lingue", come qualsiasi altra manifestazione. Tuttavia, alla luce delle altre "esperienze pentecostali" susseguenti, le "altre lingue", come evidenza iniziale del "dono dello Spirito Santo", soddisfano appieno il contesto.
c) L'esperienza dell'Apostolo Paolo
La conversione di Saulo da Tarso e la sua esperienza dello Spirito Santo, come parte dell'adempimento del mandato divino al cristiano Anania, rivelano che la "pienezza dello Spirito" si manifestò nell'apostolo delle Genti col segno delle lingue, delle quali parla circa venti anni dopo, quando, scrivendo ai cristiani di Corinto, afferma: "Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi" (1 Corinzi 14:18).
d) I credenti di Cesarea
Nel caso di coloro che si erano riuniti in casa di Cornelio, centurione romano, per ascoltare il messaggio cristiano di Pietro, è detto: "Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili, poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio" (Atti 10:44-46).
Senza ombra di dubbio, qui viene dichiarato che l'evidenza iniziale del battesimo nello Spirito Santo è "il parlare in altre lingue" perché i cristiani ebrei, pieni di pregiudizi verso i non ebrei, dovettero accettare "che il dono dello Spirito Santo fosse sparso ANCHE SUI GENTILI poiché li udivano parlare in altre lingue e magnificare Iddio".
Questa "esperienza" non può fare altro che confermare come nella Chiesa cristiana dell'era apostolica il "parlare in altre lingue" fosse l'evidenza iniziale del battesimo nello Spirito Santo.
e) I credenti di Efeso
Anche in questo caso i credenti, dopo aver accettato Gesù Cristo come personale Salvatore e Signore ed avere suggellato la propria fede in Lui con il battesimo cristiano, ricevettero lo Spirito Santo, ed a questo proposito è detto: "...furono battezzati nel nome del Signor Gesù; e dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano" (Atti 19:5-6). Anche in questo caso dunque il "parlare in altre lingue" viene indicato come l'evidenza iniziale del battesimo nello Spirito Santo.
CONCLUSIONI
Il risultato obiettivo dell'esame di quanto afferma il Nuovo Testamento riguardo all'evidenza del battesimo nello Spirito Santo è il seguente:
a) Su cinque casi descritti, tre affermano chiaramente che il segno del "parlare in altre lingue" accompagna l'esperienza del "dono dello Spirito Santo". Negli altri due casi e cioè, il primo, quello di Paolo, ci viene data una conferma tardiva, ventiquattro anni dopo, dall'apostolo stesso quando scrive ai cristiani di Corinto; il secondo, invece, il caso dei Samaritani, invece rimarrebbe dubbio, ma sussistono almeno delle ragioni logicamente valide per credere che anch'essi parlarono in altre lingue.
b) Secondo una tavola cronologica degli eventi del libro degli Atti degli Apostoli (con un margine d'errore di uno-due anni), il giorno della Pentecoste cadde il 30 d.C.; la conversione dei Samaritani uno o due anni dopo; la conversione di Saulo da Tarso tra il 32 e il 35 d.C.; verso il 43 d.C., cioè circa 13 anni dopo la Pentecoste, avvenne la conversione di Cornelio e l'esperienza dei credenti ad Efeso nel 54-57 d.C.. Quindi, circa ventiquattro anni dopo la Pentecoste, e proprio in quel periodo, da Efeso probabilmente Paolo scrisse ai Corinzi della sua personale esperienza del "parlare in altre lingue". Questo conferma che la Chiesa cristiana dell'era apostolica riconosceva "il parlare in altre lingue" come l'evidenza iniziale del battesimo nello Spirito Santo.
d) All'obiezione di alcuni che il battesimo dello Spirito Santo ha sempre una evidenza "esteriore", e questa non è necessariamente il segno delle lingue ma può essere una qualsiasi altra manifestazione dei carismi dello Spirito Santo, si può rispondere obiettivamente che se si esaminano senza alcun preconcetto i casi descritti negli Atti degli Apostoli si nota che esistono varianti secondarie come il "suono di vento impetuoso che soffia" e "lingue come di fuoco che si dividevano", in Atti 2; "magnificavano Iddio", in Atti 10; "profetizzavano", in Atti 19, ma l'evidenza costante è sempre quella del "parlare in altre lingue".
e) Nel Nuovo Testamento è stato esaminato soltanto il libro degli Atti degli Apostoli, ma non si può dimenticare quanto il Signore stesso ha affermato in Marco capitolo 16: "Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto:... parleranno in lingue nuove;..." (v.17). Questo "segno" risulta accettato dalla Chiesa cristiana del Nuovo Testamento e deve, quindi, essere ritenuto valido da quanti desiderano ritornare alla dottrina e all'esperienza della Chiesa cristiana dell'era apostolica.
Una precisazione conclusiva importante è che il "parlare in altre lingue come lo Spirito dà d'esprimersi" è soltanto l'evidenza iniziale del battesimo nello Spirito Santo, ma esiste una evidenza pratica continua che si manifesta con una condotta etica e morale che esprime totale fedeltà agli insegnamenti di Cristo così come sono espressi nella Sacra Scrittura.