Spesso le pseudo-religioni hanno definito trasgressione qualcosa per colpa dei sensi, alterazioni che il peccato ha prodotto.
Nonostante ci si limiti a citare solo i primi cinque sensi umani quali vista, udito, olfatto, gusto e tatto quelli detti canonici sono almeno nove e quindi occorre aggiungere quelli di termopercezione, dolore, propriocezione e equilibrio. Anche altri organi di senso sono vivi nel corpo umano, però sono valutati meno importanti rispetto a quelli riportati.
Colpa dei sensi o sensi di colpa introduce il tema della genesi del peccato. Tutto iniziò con Adamo ed Eva: “La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito” (Libro della Genesi, capitolo 3). Dopo lo sbaglo, la colpa dei sensi fu evidente nella reazione: “… Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto dell’albero, che ti avevo comandato di non mangiare?”.
Anche Acan, trasgredendo all’interdetto stabilito da Giosuè nella conquista di Gerico, lo fece per colpa dei sensi: “... Ho peccato contro il Signore... Ho visto fra le spoglie un bel mantello..., duecento sicli d’argento e una sbarra d’oro del peso di cinquanta sicli; ho desiderato quelle cose e le ho prese; ecco, sono nascoste in terra in mezzo alla mia tenda; e l’argento è sotto” (Libro di Giosuè cap. 7). L’apostolo insegnò: “Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo” (Prima Lettera di Giovanni 2:16).
I sensi di colpa per Friedrich Nietzsche sarebbero da evitare; il filosofo tedesco definì così la colpa: “La più tremenda malattia che sia infuriata sino a oggi nell’uomo”. Evitare di proposito i sensi di colpa ha giustificato convinzioni razziste e violente e prodotto sanguinose guerre, anche mondiali. Altri ricercatori concludono, diversamente, che i sensi di colpa non sono tutti sbagliati e in alcune circostanze possono essere utili: “È uno degli strumenti della coscienza”, “È parte essenziale di ogni persona sensibile e responsabile”, affermano.
Colpa dei sensi o sensi di colpa è soggetto che introduce l’insegnamento che i secondi possono essere utili, vantaggiosi per evitare azioni sgradevoli. Il dolore emotivo avverte di un problema spirituale o morale, proprio come quello fisico segnala un possibile problema di salute. Una volta consapevoli della debolezza si sta più attenti. Gesù spiegò: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti...” (Vangelo di Matteo 7:12).
I sensi di colpa possono spingere alla confessione dell’errore che può essere utile a colpevole e vittima. La colpa del re Davide fu accompagnata da un anno di intensa agonia a livello emotivo: “Finché ho taciuto, le mie ossa si consumavano tra i lamenti che facevano tutto il giorno…” (Salmo 32:3). Quando il profeta Natan lo aiutò a confessare, Davide fu lieto di cantare: “... Tu mi circonderai di canti di liberazione” (verso 7). Confessare può far stare meglio anche la vittima come accadde con Bat-Seba, che “Poi Davide consolò”.
I sensi di colpa hanno la capacità di indicare che si è consapevoli dell’esistenza di norme accettabili e che la coscienza è attiva: “Essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda” (Lettera ai Romani 2:15).
Per certa psichiatria l’assenza di sensi di colpa può portare a comportamenti nocivi socialmente. Secondo la Bibbia si farà fatica a distinguere bene e male: “Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia la loro coscienza sono impure” (Tito 1:15).
Colpa dei sensi o sensi di colpa è tema che lascia intravedere la possibilità di sentirsi colpevoli senza esserlo veramente.
Se si è perfezionisti, si ha la tendenza a imporsi precetti e norme irrazionali e ogni insuccesso può poi determinare uno sbagliato senso di colpa: “Non essere troppo giusto, e non farti troppo saggio: perché vorresti rovinarti?”, scrisse Salomone (Ecclesiaste 7:16). Si potrebbe lasciare che il giusto rimorso degeneri in vergogna che porti a infliggersi inutili punizioni.
Il pericolo del “legalismo religioso” è sempre attuale, come è accaduto ai Farisei del tempo di Gesù. Desiderosi di elaborare un quadro preciso che permettesse l’esatta osservanza della Torà (Legge), nel primo secolo risulta che abbiano moltiplicato i precetti in due gruppi: quelli negativi con 248 regole e quelli positivi con 365 proibizioni. Uno ogni giorno; impossibile da sopportare e contrario al dono della libertà cristiana.
Colpa dei sensi o sensi di colpa è quesito che deve far avere un punto di vista equilibrato della colpa. Si noti il forte contrasto fra il modo di considerare peccatori e peccato da parte di Gesù e dei farisei del tempo. La donna peccatrice, che entrò in casa di un fariseo dove Gesù mangiava, lavò i piedi con le lacrime e glieli profumò con olio costoso suscitando dubbi su Gesù-Profeta: “…Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice” (Vangelo di Luca 7:39). Il Maestro corresse subito: “Tu non mi hai versato l’olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi”. Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama”. Il Signore non stava abbuonando l’immoralità, solo insegnando che il motivo più importante per servire Dio è l’amore, come disse in diversa occasione: “Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento? Gesù gli disse: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”.Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti”. Era giusto che la peccatrice si sentisse in colpa per il passato amorale e il pentimento manifestato dal pianto dimostra che non cercò giustificazioni. Gesù le disse: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace”.
I migliori risultati si ottengono imitando il Signore e dando il buon esempio: “Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente”. Se si è fatto il male, sentirsi in colpa può essere utile e addirittura necessario: “Gli insensati si burlano del peccato…” (Proverbi 14:9). I sensi di colpa devono indurre a confessare e manifestare ravvedimento, ma il motivo fondamentale per cui si serve Dio è l’amore.
Colpa dei sensi o sensi di colpa pone la questione che ci si sente in colpa quando si diventa consapevoli di aver ferito qualcuno cui si vuole bene. È legato al sentirsi in debito per colpa, offesa, reato, peccato o mancanza.
Nell’Antico Testamento la colpa era connessa all’incapacità dei credenti ebrei di ottemperare alla Legge di Dio e il termine è quasi assente nel Nuovo. Metà dei riferimenti alla colpa si trova in Levitico e Numeri e sono in relazione ai sacrifici e offerte per la colpa: “... Porterà al Signore il sacrificio per la colpa, per il peccato che ha commesso. Porterà una femmina del gregge, una pecora o una capra, come sacrificio espiatorio e il sacerdote farà per lui l’espiazione del suo peccato” (Libro do Levitico 5:6).
Gesù parlò della colpa in relazione all’adempimento della Sua missione non accettata: “Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero colpa; ma ora non hanno scusa per il loro peccato”, “Se non avessi fatto tra di loro le opere che nessun altro ha mai fatte, non avrebbero colpa; ma ora le hanno viste, e hanno odiato me e il Padre mio”.
Colpa dei sensi o sensi di colpa trova risposta esaustiva, completa, nel Signor Gesù: “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione” (2 Corinzi 5:19).
Davide Di Iorio